Lungo la via Orfanotrofio, con accesso dal civico 43, confinante con la chiesa di Sant’Antonino , il palazzo Di Quattro oggi si presenta in buono stato di conservazione, ma con rifacimenti che lo hanno allontanato dal vecchio stile tardo barocco con cui era nato a favore di un gusto neoclassico.

Sull’area di un edificio preesistente al terremoto fu fatto costruire nel settecento dal duca Arezzi di San Filippo e solo in seguito ceduto alla famiglia Di Quattro dalla quale oggi prende il nome. L’edificio, dalla mole imponente ma dalla struttura semplice e tradizionale, è caratterizzato dalla lunga facciata che presenta aperture principali e secondarie in

stile tardo barocco; al livello superiore su una lunga e inconsueta unica balconata, sostenuta da quarantanove mensole, sette porte-finestre con frontoni triangolari. Aste porta lampade in ferro battuto sono ubicate all’esterno.
La pianta rettangolare si sviluppa attorno ad un cortile interno. L’ampio atrio, caratterizzato da tre archi a tutto sesto, immette nel cortile in fondo al quale c’è una scenografica scalinata a più rampe che conduce ad un portico con colonne dorico-romane e da cui si accede agli appartamenti. Su questa facciata interna in stile neoclassico spicca lo stemma della famiglia. All’interno le volte sono a botte di canne e gesso ed i pavimenti in pece e calcare ed in alcune stanze in ceramica di Caltagirone policroma del XVIII secolo. Le pareti presentano stucchi e affreschi e risultano dipinti anche le sopraporte. L’arredo consiste in tendaggi e tappeti francesi dell’ottocento, specchi e suppellettili antiche di varie epoche e stili.

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