La chiesa di Santa Petronilla domina la via Torrenuova ed è più in basso rispetto alla via Maria Paternò Arezzo da cui vi si accede da una stretta scalinata incastrata fra roccia e abitazioni private. Oggi, ceduta a privati che ne hanno ricavato un efficiente laboratorio di restauro della carta, si presenta in buono stato di conservazione dopo il sapiente restaurato da pochi anni completato.
La chiesa viene per prima segnalata da Monsignor Capobianco nella Sacra Visita del 1654 e secondo la tradizione era situata oltre le mura esterne del castello , forse in fondo alla Cava del Pozzo . Distrutta la prima sede dal terremoto del 1693 veniva ricostruita all’attuale sito ben più tardi, fra il 1770 ed il 1776.
La chiesetta, posta su un picco roccioso, è molto semplice; si suppone che la pianta rettangolare sia stata in corso d’opera modificata assumendo forma ottagonale simile a quella di Santa Maria dei Miracoli . Ad ogni angolo una parasta con capitello corinzio decorato. In origine aveva tre altari mantenuti fino al primo decennio di questo secolo. Il primo era per la Santa titolare, fatto testimoniato da un quadro oggi scomparso in cui era raffigurata con San Pietro (opera realizzata dal pittore ragusano Ignazio Scacco). Seguiva l’altare all’Immacolata con quadro di ignoto ai cui piedi esisteva una tomba senza iscrizioni che si dice fosse la sepoltura dell’ultimo duca di San Filippo delle Colonne, Don Giuseppe Arezzo Grimaldi.
Sulla cornice interna, che gira intorno la chiesa, vi sono tre composizioni di stucco corrispondenti ai tre altari: a destra il sacrificio di Isacco, sull’altare di centro Davide che ferisce Golia (abbastanza rovinata), a sinistra Ester scelta in sposa dal re Assuero.