Il palazzo Sortino-Trono sorge in buona posizione panoramica dando le spalle alla collina di Ibla e prospettando dal lato principale verso Ovest e la valle del torrente San Leonardo. E’ accessibile da una modesta scalinata che si diparte dalla via del Mercato, ha un secondo prospetto principale a monte lungo la via Ioppolo, da cui si accede dal civico 19.
Il palazzo si affaccia sull’importante zona degli Archi, grazie al “piano dei signori”, una piazzetta antistante l’immobile si crea un’area di respiro per la facciata.

La realizzazione è da ascrivere all’edilizia post terremoto (quindi l’impianto attuale è ottocentesco) ma è sicuramente impostato sulle murature dell’antico palazzo Ioppolo che qui sorgeva prima dell’evento sismico; dopo il terremoto del 1693 la famiglia rientrava a Messina cedendo la proprietà ai Sortino, loro parenti, che lo modificarono successivamente, nell’ottocento. Di recente, infine, (specie nell’occasione della trasformazione a scuola) sono stati operati ulteriori rifacimenti.

Dalla pianta rettangolare si presenta a tre livelli che prospettano sulla via del Mercato.
L’ingresso è asimmetrico rispetto alla facciata del palazzo, sta infatti all’estrema destra della costruzione, non a centro come quelli di quel periodo. La facciata è scandita da cinque paraste su plinti, culminanti con capitelli a volute unite da festoni di fiori, da mensoloni e alla sommità da una fascia marcapiano spezzata in corrispondenza delle paraste.
Ai lati del portale ci sono dei fini pilastri a bugnato culminanti con capitelli compositi, su cui poggia il balcone del piano nobile con le panciute ringhiere decorate con fioroni e ricche sculture che lo completano.
Al portone principale seguono a sinistra tre semplici balconi con una scultura sommitale e al piano nobile altri tre balconi più ricchi sia nei mensoloni scolpiti a volute e foglie d’acanto che negli archi superiori.
E’ il livello intermedio quello che presenta la doppia entrata dalla retrostante via Ioppolo, entrata che immette in un ampio androne pavimentato in pece. Da quest’ambiente inizia una scala a tre rampe che porta al primo piano, quello nobile, caratterizzato da quattro saloni di rappresentanza e dagli appartamenti. Nei saloni posti in successione fra di loro si apprezzano pavimenti in pece con decorazioni geometriche e soffitti a botte decorati con motivi floreali di tipo neoclassico; anche le sopraporte sono dipinte con scene mitologiche realizzate ad olio (del XVIII secolo). Gli infissi un tempo erano decorati in oro zecchino, oggi sono purtroppo verniciati. L’ultimo piano è interamente piastrellato in ceramica policroma di Caltagirone del settecento. Oggi è in parte di proprietà privata ed in parte comunale ed i bassi sono stati adattati a scuola materna.

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